domenica 18 ottobre 2015

Cosa penso dell'ISIS?

Mi è stato chiesto, provocatoriamente, cosa pensassi dell'ISIS. 
Ne penso naturalmente tutto il male possibile: il livello di depravazione di questi invasati è assai vicino al flagello del nazionalsocialismo.
Quando la città è assediata dalla pestilenza non vi sono strade eticamente percorribili diverse dall'impegno diretto.
Io a questo dovere vengo meno perché credo che la mia vita valga più delle mie idee. Qui sta tutta la diversità dell'Occidente laico. Sono persuaso che non esista un cristianesimo buono contrapposto ad un islam cattivo o viceversa. L'unica contrapposizione che ha un senso è quella tra una società laica e una che mette al centro dio. Ovunque il cristianesimo si è affermato con la forza della spada e non con la pacifica evangelizzazione. Solo in tempi recenti noi occidentali abbiamo imparato a vivere etsi deus non daretur; non è che non crediamo in Dio, lo abbiamo ridimensionato, ricacciato nell'alto dei cieli, abbiamo imparato a farne a meno, gli abbiamo intimato di non occuparsi delle cose mondane.


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