mercoledì 21 marzo 2012

Dissenziente elogio dell'omertà

Non sono mai stato il primo della classe. I primi della classe, anzi, li ho sempre fieramente detestati, anche perché coincidono spesso con la più odiata tra le categorie umane: quella dei delatori.
Di rado la collaborazione con la giustizia, che superficialmente si identifica con l’autorità costituita, è un atto completamente disinteressato. Spesso è una vendetta, magari consumata in forma anonima; qualche volta il delatore si attende dei vantaggi dall’incidente di percorso di un proprio rivale in affari, in amore, in politica; altre volte la delazione è motivata soltanto dalla cattiveria, dal desiderio di fare del male a qualcuno in maniera gratuita e dalla voglia di sentirsi migliori degli altri, pur sapendosi mediocri.
La delazione consente di saltare le tappe. I delatori sono persone poco intelligenti, per cui la sudditanza incondizionata ai potenti e la smodata esibizione della propria ortodossia possono essere una scorciatoia verso quel minino di affermazione sociale che altrimenti sarebbe loro preclusa.

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