domenica 25 settembre 2011

Deserto e monoteismo

Il monoteismo giudaico-cristiano nasce nel deserto. E nasce nomade, sviluppando poi una straordinaria capacità di adattamento ai più diversi climi. E' difficile pensare che non esista una qualche forma di correlazione tra ebraismo e islam, data la contiguità geografica fra i due culti; quella poi tra giudaismo e cristianesimo mi pare un fatto assodato, al punto che possiamo affermare con una certa sicurezza che ciò che chiamiamo cristianesimo altro non dovesse essere, nelle fasi iniziali della sua storia, se non una delle tante correnti che tormentavano il giudaismo di duemila anni fa. Paolo, non Gesù, fu il fondatore del cristianesimo, la religione lanciata in grande stile da Costantino.
Solo in un punto della terra in cui manca tutto ci si poteva inventare un Dio che a tutto provvede.
E forse è proprio il deserto che può contribuire a spiegare gli interdetti alimentari e divieti sessuali di cui abbondano le scritture incautamente definite sacre.
Gli uomini del deserto hanno rinunciato alla propria libertà e si sobo consegnati ad un dio padre e padrone assoluto della vita umana.
Il popolo ebreo non ha stipulato una vera e propria alleanza; ha accettato delle clausole palesemente vessatorie.
E come un padre si comporta questo nostro Dio, premuroso certo, ma pur sempre signore della nostra vita e della nostra morte.
Siamo stati così incapaci di darci una legge e un'etica, al punto che ci siam dovuti inventare un legislatore celeste, il quale è anche giudice e braccio armato di se stesso, che provvedesse al posto nostro.
La nostra vita, in definitiva, è orientata dalla paura del castigo o dalla speranza del premio. Ma cosa pretende dai suoi figli questo nostro Dio? Che lo si adori, riconoscendolo unico, che ci si commetta a lui senza condizioni, che ci si contenga nella gestione del nostro corpo, misurando sempre la gioia.
Vorrei soffermarmi un attimo dei dieci comandamenti, il quale impone di non desiderare la roba degli altri. Noi dunque non possiamo desiderare una vita migliore, piu dotata di beni materiali, nè rivendicare alcun diritto nei confronti dei potenti. Possiamo solamente contare sulla loro benevolenza, sulla carità, che sancisce  una distanza, santificando una gerarchia.

In memoria del professor Todini

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