sabato 27 agosto 2011

Note sull'insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica.

Prescindiamo per ora dalle valutazioni pedagogiche circa l'insegnamento della raligione a bambini in età scolare.
Vorrei piuttosto prendere in considerazione alcuni aspetti politico-giuridici, concernenti in modo particolare il reclutamento degli insegnanti e la disciplina dell'ora alternativa  per chi di quell'insegnamento non intende avvalersi.
Gli insegnanti di religione, oltre ai titoli accademici, devono possedere uno speciale nulla osta rilasciato dal vescovo, il quale non valuta solamente la preparazione e le capacità didattiche, ma anche la condotta morale tenuta fuori dal contesto lavorativo. E' evidente come il nulla osta si presti ad abusi ed ipocrisie.Tanto per capirci facciamo un esempio. Nessun omosessuale che si dichiari tale sarà mai abilitato ad avvicinarsi alla sfera del sacro. Sarà sufficiente non ostentare la propria condizione o magari far celebrare un bel matrimonio di copertura, per accontentare gli occhi del mondo.
Comunque sia a me pare quantomeno dubbio, anche sotto il profilo della legittimità costituzionale, che per l'accesso ad un pubblico impiego alle dipendenze dello stato sia necessario possedere dei requisiti stabiliti da un ente facente capo ad un ordinemento esterno rispetto a quello statale. E' appena il caso di ricordare che il trattamento economico degli insegnanti di religione, scelti dalla curia vescovile, è interamente a carico del Ministero, per una somma che si aggira sugli ottocento milioni di euro l'anno.
Il secondo aspetto che vorrei prendere in considerazione riguarda la disciplina dell'ora alternativa. I bambini non avvalentisti, e già questa connotazione in termini negativi suona piuttosto discriminatoria, il più delle volte sono semplicemente allontanati dalla classe, anche perchè generalmente non vengono proposte delle serie alternative. Il bambino non avvalentista dunque rischia di diventare un serio problema organizzativo ed economico. Da quì la tentazione di fare pressione sulla famiglia affinchè segua l'insegnamento della religione, anche perchè se non lo fa si sentirà inevitabilmente diverso: gli altri preparano la recita di Natale e si divertono con la tempera a discegnare il presepe, e tu invece da solo in una classe con bambini più grandi, speri che per il prossimo anno mamma e babbo ci pensino bene.
E' chiaro che l'IRC non può essere eliminato dalla scuola pubblica, almeno finchè l'Italia ospita un piccolo stato ierocratico e parassita al centro della propria capitale. E' altrettanto vero però che questo non può risolversi, come di fatto accade spesso, in un trattamento discriminatorio nei confronti di chi sceglie di nonseguire un insegnamento confessionale, pur impartito all'interno di una scuola che, almeno formalmente, è laica.

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